Il quartiere torna a vivere, dopo quasi 3 mesi di quarantena sono finalmente uscita e non per fare la fila al supermercato, non per fare la fila in farmacia e scappare subito a casa; sono uscita per fare una passeggiata. E ho cominciato ad osservare.
Si perché mai come adesso osservo, osservo tutto quello che c’è intorno a me; non corro avanti e indietro in modo frenetico, ma cammino e mi godo il momento, mi godo il mio quartiere.
E’ tutto uguale, ma tutto diverso
‘Signo’ ma vuole gurdà dove va? Veramente è lei che guida come se stesse a fà il relli de monza’ Ok è tornato tutto come prima, il traffico, la gente va di qua e di la, i negozi aperti, i tavolini dei bar pieni, ma è davvero cosi? Osservate…….
No non lo è, siamo tutti con le mascherine, un oggetto che ci sembra ormai normale indossare, ma che di normale non ha davvero nulla; nei bar si sta seduti è vero, ma a distanza; la cosa che mi ha colpito di più è che le persone passeggiano molto, prima correvano in modo frenetico, forse adesso hanno semplicemente più tempo.
Il quartiere torna a vivere come un piccolo paese
Ho passato metà della mattinata a salutare persone, baristi, parrucchieri, felici di vedere che tutto sta tornando alla normalità, felici di poter riaprire, di poter ricominciare. Il mio quartiere si è trasformato in un piccolo paese, tutte le persone stanno cercando di aiutare i commercianti andando a farsi i capelli, la manicure, prendendo il cappuccino al banco del bar.
Non importa se bisogna fare la fila, non importa se bisogna rispettare gli orari, non importa se si ha un pochino di timore per questo benedetto virus che continua ad esistere, non importa se ti devi igienizzare le mani o se devi indossare i guanti con questo caldo, si vuole far ripartire il quartiere perché è casa e questo lo si percepisce fortemente. Dobbiamo ripartire da qui.